Forme artistiche e trasmissione dello stato dell'essere e del luogo


Attraverso un'attenta riflessione sulla traiettoria della sua scrittura, Willa Cather si è concentrata su forme di espressione che sono veri e propri miracoli artistici. È importante sottolineare che per lei erano anche state la vita destinata direttamente dal "desiderio originario; il desiderio che si è formato in noi nella prima giovinezza, senza una direzione precisa e spontanea". Sono la stessa cosa: i miracoli, il destino, ciò che ci ha afferrato, ciò che ha toccato le corde del canto delle nostre vite, ciò che ha cantato le nostre anime anche nelle ore più disperate. Quando ripenso a ciò che mi ha parlato profondamente da bambina e a ciò che è stato profondamente transitorio (come trasferirmi dall'Ohio al Sud-Ovest, e più lontano nel Sud-Ovest da sola con i miei cagnolini), è stato anche questo tipo di destino e percorso di scoperta per arrivare a questo momento con chiarezza emergente. Questo è arrivato anche con la prima ferita primordiale all'esistenza, proprio all'Essere stesso fin dall'inizio, e quindi l'immersione profonda nel tunnel dell'esistenza attraverso la scrittura, invece di mostrarsi semplicemente come se stessi in una cultura che non avrebbe capito. Ma gli obiettivi sia della guarigione di quella ferita profonda che della scrittura/creazione sono gli stessi: l'Essere e un mondo diverso nel Luogo cambiato. Arriva decenni dopo con lo stesso amore e innocenza, ma anche con la forza dell'incorruttibilità, anche se la consapevolezza è arrivata guardando in profondità e vedendo ciò che era con compassione.


I miracoli nella creazione artistica che ho brevemente menzionato prima: la concretezza e il diverso radicamento nell'attualità del Luogo – le sue verità più profonde, la sua realtà – più profonde della convenzione, come mostra Eudora Welty, che miracolosamente consegnano la verità. Il successivo riguarda forme di consegna che si avvicinano allo stato dell'Essere allontanandosi dalla "situazione", dalla trama, dai dettagli eccessivi, dall'"arredamento", aprendo l'ulteriore dimensione a cui puntano: creano l'ambientazione, l'atmosfera affinché ciò si manifesti. Willa vide queste consegne culturali nell'opera, nella leggenda, nella pittura, nella religione, passando dal forzare l'azione dalle parole all'effetto reale. C'è anche ciò che è già potentemente noto del "Vecchio Mondo", come nella letteratura francese. Con queste, Willa poté avvicinarsi di più alla consegna dell'Essere e quindi anche differenziare naturalmente il Luogo dagli effetti reali.


Nota: Ann Moseley nel suo saggio storico per The Song of the Lark The Willa Cather Scholarly Edition del 2012 fa riferimento all'affermazione di Eudora Welty secondo cui "la vita della narrativa dipende dal luogo".

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