Willa Cather si è spostata verso forme d'arte che avrebbero raggiunto il vero trasferimento e il vero desiderio dell'arte, senza quei confini culturali o artistici – e in questo l'Essere stesso e la vitalità dell'arte sarebbero stati la struttura culturale, non aggirati in una direzione sbagliata. Seminata nella terra più forte, più vitale e più individualistica, e fatta crescere oltre i confini nell'Essere, era l'antica e la nuova, completa forza e libertà della vita stessa.
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Molti anni fa, lo studioso Tom Quirk mostrò come F. Scott Fitzgerald, mentre scriveva Il grande Gatsby (1925), fosse stato influenzato e/o plagiato dagli scritti di Willa Cather. Lo stesso Fitzgerald dovette ammetterlo di fronte al successo del suo romanzo. In particolare, il fatto di essere stato così profondamente colpito da ciò che lei stava attingendo credo che volesse anche conoscere e presentare quell'ardore femminile che Willa era in grado di emanare dalla pagina. Quirk scrisse: "Willa Cather aveva scritto a Fitzgerald della sua ammirazione per Gatsby nella primavera del 1925; l'autunno successivo avrebbe iniziato a scrivere quello che alla fine considerò il suo romanzo migliore, La morte arriva per l'arcivescovo (1927)". Il 28 aprile 1925, 99 anni e mezzo...
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